venerdì 22 agosto 2014

VIAREGGIO E IL TABARRACCI



ci sono angoli di Viareggio che quando ci passo davanti mi fan sentire più viareggina del solito. perché appartengono a Viareggio più di altri, perché sono la storia di Viareggio più di altri, o semplicemente perché per me sanno di Viareggio più di altri. anche se sono cambiati. anche se ne è cambiata la destinazione d'uso. del resto il Malfatti tanti anni fa cantava già "...Viareggio sei cambiata, non ti conosco più..." e ogni volta che lo incontravo si lamentava di come fosse ridotta "la su' viareggio"... mi immagino cosa potrebbe scrivere e cantare e dire se facesse un giro per Viareggio oggi. soprattutto nella irriconoscibile Via Garibaldi... che non è più la sua "Via Garibaldi piena di soldi, soldi per vivere e fare all'amor..."
facevo queste riflessioni ieri mattina presto quando sono andata al "vecchio ospedale" per farmi delle analisi. ecco. il Tabarracci è uno di quei posti che mi fanno sentire a Viareggio e di Viareggio. ci pensavo mentre cercavo disperatamente parcheggio (una delle tante note dolenti di Viareggio) e mentre cercavo disperatamente di evitare le buche (altra nota dolente). ho un problema alla schiena e mi ha detto il medico, almeno in questa fase acuta,  di portare un busto e di evitare di guidare. ma da casa mia al Tabarracci ci sarà si e no un chilometro... e quindi ho "trasgredito" alle prescrizioni mediche. senza pensare che le strade di Viareggio sono ormai dei piccoli, piccolissimi  tratti di asfalto  tra una buca e l'altra. dopo cinque  minuti di un misto tra safari e rally girando intorno all'isolato stando attenta, oltre ad evitare le buche, ai sensi unici che vengono cambiati ogni tre per due, ho parcheggiato proprio di fronte all'ospedale. sono scesa di macchina, mi sono girata e in quei pochi attimi attraversando la strada, entrando dal grande portone e salendo le scale ho ricordato quando venni, bambina contenta, a visitare mia mamma che aveva partorito mio fratello. e quando, più grandicella ma sempre bambina, fui operata di appendicite. e quando venivo, adolescente preoccupata, a trovare mio padre che aveva avuto  un brutto incidente. ho buttato lo sguardo  oltre l'ingresso ricordandomi quel corridoio che da piccola mi sembrava enorme, mi sono ricordata la cappella dove con la mamma ci fermammo a pregare, perché mio padre non era messo bene. e dove mi è sempre stato raccontato che ero stata battezzata dal frate che curava la cappella. padre Giosuè. quel frate a metà tra il burbero e il buono. che aveva, e quello lo ricordo, battezzato anche mio fratello. così diverso dal bambolotto tipo cicciobello che mi ero immaginata di avere come fratellino. cicciobello biondo e paffuto. mio fratello "scaarito" con tutti  i capelli neri. pochi secondi e così tanti ricordi. salgo le scale, quelle che una volta portavano alle camere "a pagamento". ala dell'ospedale, almeno per me bambina curiosa che ogni volta chiedeva "lassù cosa c'è",  oscura e misteriosa frequentata solo dalla Viareggio bene. da coloro che non potevano mescolarsi agli altri malati in camerate con dieci letti.
solo le scale di marmo consumate dall'usura ricordano "il Tabarracci" che fu. perchè dentro ci sono cartelli moderni che indicano i vari ambulatori, suddivisioni moderne con infissi moderni con infermieri moderni. ma per un attimo ho ricordato le infermiere con le calze bianche, la cuffietta in capo e il giacchetto blu. e le suore con quei  buffi copricapo. e padre Giosuè che vagava per i reparti portando conforto. e i dottori che conoscevano tutti. perché erano quasi tutti di Viareggio loro e quasi tutti di Viareggio i pazienti. vivevamo in un paesone dove tutti si conoscevano. per un attimo ho avuto nostalgia di quella Viareggio. poi sono uscita, ho fatto colazione da Puccinelli. una pasticceria che, come la Fauzia, mi sa di Viareggio. come mi sanno di Viareggio  la pizza di Athos e la cecina di Rizzieri. come mi sanno di Viareggio la darsena e il ponte girante, l'orologio vicino a Fappani, la torre Matilde e il ponte di Pisa, la statua del Viani sul molo, il moletto della madonnina e il muraglione in darsena.
sono tornata a casa con le paste per il figliolo. ed il sorriso nel cuore. era passata solo un'ora da quando ero uscita. ma avevo ripercorso una cinquantina d'anni...

4 commenti:

  1. Bella, brava Tiziana, si sente che ami Viareggio!!! Ti confesso che mi ha riportato indietro con gli anni, e per questo ti sono grato!!!
    Bruno.

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  2. Brava Tiziana, si sente che ami Viareggio. Ti confesso che questo tuo scritto mi ha riportato indietro negli anni, e per questo ti sono grato .

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  3. Bello, brava Tiziana. Si sente che ami Viareggio, ti confesso che mi hai fatto ritornare indietro negli anni, e per questo ti sono grato .
    Bruno.

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  4. ciao Bruno e grazie. ho dato l'ok alla moderazione per la pubblicazione dei tuoi commenti e poi ho visto che erano simili... come mai ne hai scritti tre? non te li prendeva? hai avuto problemi? fammi sapere se devo/posso migliorare qualcosa nelle impostazioni. per me è tutto nuovo. :-)

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