e dopo il treno preso dopo secoli martedì, per andare a Firenze per la giornata dello champagne, c'è il treno preso di nuovo dopo solo due giorni, giovedì, per tornare a Firenze per la presentazione della guida dell'Espresso. stessa stazione di partenza, praticamente stesso treno anche se con orario diverso (quello delle 8.10 anziché quello delle 9.10) stesse fermate. stesso caleidoscopio di immagini fuori dal finestrino, stesso assortimento di varia umanità dentro lo scompartimento, stesso groviglio di pensieri spettinati (come i miei capelli) dentro la mente, stesso intreccio di piacevoli sensazioni dentro l'anima.
ovviamente anche stessa corsa per raggiungere la stazione da casa mia perché anche se stavolta cerco di calcolare bene i tempi, una serie di imprevisti casalinghi mi porta ugualmente a correre per non perdere il treno.
però stavolta riesco a fare il biglietto in stazione. ed anche a convalidarlo nell'apposita macchinetta! Viareggio ormai è una stazione di serie B. pochi treni, niente fermate per le varie frecce... rosse, bianche o azzurre che siano. biglietteria aperta solo in certi orari e solo una su sei. coda. impiegata lenta. signora gentile che mi fa passare avanti ché tanto doveva solo chiedere informazioni. annuncio treno, corsa nel sottopasso, scale salite di corsa, binario sbagliato, scale discese di corsa, e risalite di corsa stavolta al binario giusto, treno. al primo posto libero mi siedo e vedo una faccia conosciuta. una professoressa che insegna nella scuola dove lavoravo lo scorso anno. io ero nella sede distaccata ma ci siamo incrociate qualche volta e reciprocamente piaciute. ci salutiamo e intanto il caldo (già appiccicoso fuori), aumenta per reazione alla corsa. camicia bianca pulita e ben stirata e ancora profumata di ammorbidente... già stropicciata. appoggio la schiena al sedile per rilassarmi e riprendere una respirazione e una traspirazione normali ma la poltroncina di plastica non aiuta. la camicia si appiccica ancora di più e diventa un tutt'uno con la mia pelle e con la plastica dello schienale. mi metto seduta senza appoggiarmi e mi salta un bottone della camicia, fortunatamente il più basso. ho sempre ago e filo in borsa. mai quando serve. perfetto. così, per non andare a giro con la pancia all'aria sarò costretta a tenere il giubbotto legato in vita tutto il giorno. tanto è freddo.... rido tra me e me. Fantozzi in confronto a me è un dilettante...
il treno si muove. partiamo. e ad ogni metro percorso e per ogni minuto che passa penso che la mia giornata fiorentina si avvicina. un'altra giornata tutta per me e dedicata alla mia passione: il vino a 360°... come mi piace dire... dalla vigna al bicchiere.
parlo con la prof. mi dice del suo nuovo impegno come vicepreside. io le dico della nuova scuola dove ho chiesto ed ottenuto il trasferimento. di quanto sia contenta non solo per la vicinanza a casa ma anche per il tipo di laboratorio nel quale sono impegnata. tra le tante cose che ci siamo dette tra Viareggio e Lucca dove lei è scesa mi dice anche che ha sentito dire che sono in gamba sul lavoro. be'... son soddisfazioni, non si vive di solo pane. ci salutiamo. lei ha un appuntamento in provincia per la scuola. io, le dico, vado a Firenze a degustare i vini premiati come eccellenze dall'Espresso. scopro così che anche lei è sommelier e quindi, mi dice, un po' mi invidia.
resto sola con i miei pensieri. sto bene. da qualche settimana ho ripreso in mano la mia vita e ho deciso di coccolarmi un po'. di volermi più bene. di ascoltare di più il mio corpo e i segnali che mi manda. mal di schiena? si certo, la discopatia. l'inizio di ernia... ma anche fardelli che mi son portata sulle spalle e spesso anche inutilmente. e allora terapie farmacologiche per superare l'attacco acuto, fisioterapie per togliere dolori e contrazioni. ma adesso che sto meglio... ho capito che bisogna anche fermarsi quando si è stanchi. regalarsi momenti di relax. riposare il corpo ma anche la mente. fare cose piacevoli. trovare il tempo di fare attività fisica. e circondarsi di persone positive. sto facendo tutto questo. e i primi risultati stanno già arrivando.
a Montecatini sale un gruppo di vacanzieri tedeschi non proprio giovanissimi. li ascolto un po'. non per farmi i fatti loro ma perché voglio testare cosa ricordo della loro lingua che io amo ma che ormai non ho più molte occasioni di parlare.
ad un certo punto uno di loro va in bagno. arriva una ragazza e chiede se il posto è libero. lei parla solo italiano e loro solo tedesco. non si capiscono. lei capisce che è libero e si siede. loro dicono di no allora si alza. tra di loro si chiedono "chissà come si dice occupato in italiano" allora io dico loro come si dice e iniziamo a scambiare qualche battuta. mi fanno i complimenti per il mio tedesco e io invece chiedo scusa perché, dico, ho dimenticato molto. però piano piano riaffiora tutto. dico loro che anche quando andavo spesso in Germania anche per lavoro all'inizio mi sembrava di non ricordare niente ma poi tutto mi tornava in mente piano piano. e aggiungo che se poi bevo un paio di birre dopo parlo benissimo, tanto bene che sembro nata a Berlino. li faccio ridere di gusto. ma chi l'ha detto che i tedeschi sono freddi? alcuni di loro sono ridanciani e goderecci. e anche piacevoli. riprendo a guardare il caleidoscopio fuori dal finestrino e la signora più vicina a me riprende a parlarmi. mi chiede dove ho imparato il tedesco e dove sono stata in Germania. io le dico che ho fatto solo un piccolo corso privato ma che sono stata spesso a trovare amici vicino ad Heidelberg, dove poi mi ero anche iscritta all'università per fare un corso per stranieri che poi non ho fatto perché mentre ero là ad organizzarmi cercando casa e lavoro ho avuto un brutto incidente e sono rimasta in ospedale tre mesi e dopo sono rientrata in Italia. le chiedo da dove vengono. lei mi dice da un paesino piccolo del nord, vicino alla Danimarca e aggiunge che viene spesso in Italia, che ama tutta l'Italia ma che adora la Toscana. io le dico che effettivamente l'Italia è tutta bella ma che la Toscana è la regione più bella perché abbiamo tutto. le città d'arte, il mare, le montagne, la campagna... in coro (anche con un'altra "frau" che si è unita alla conversazione) diciamo che la cucina è ottima. ridiamo per averlo detto insieme... e io aggiungo che c'è pure il vino buono... e un signore, unico uomo del gruppo, marito di una di loro indicandomi mi dice "e poi ci sono le belle donne".... che galantuomo. ringrazio. eh be'... anche queste son soddisfazioni. :-)
tra una chiacchera e l'altra arriviamo a Firenze. li saluto augurando loro un buon proseguo di vacanza. vado verso un bar. un caffè è quello che ci vuole. poi direzione Leopolda. dove incontro il mio amico giornalista che mi ha "regalato" la possibilità di entrare a questa manifestazione riservata agli operatori accreditandomi come collaboratrice della sua rivista. in realtà la collaborazione è appena appena cominciata ma spero che si svilupperà. io le idee ce l'ho. se trovo chi le apprezza poi me ne viene anche di più.
sono quasi emozionata. ho fatto cinque o sei edizioni di questa manifestazione ma sempre a fare servizio come sommelier. il primo anno poi, non ancora diplomata, solo come supporto ai sommelier. che guardavo con ammirazione sognando un giorno di indossare lo stesso smoking ma soprattutto di conoscere il vino come loro. ho indossato lo smoking ed ho imparato molte cose. sono come loro. forse, senza falsa modestia, anche meglio di alcuni di loro. li guardo e sono belli. eleganti e professionali. il colpo d'occhio è davvero bello.e mi congratulo con alcuni di loro e con i capo servizio. e con il responsabile nazionale dei sommelier. e con il segretario nazionale e con il presidente. mi ricordo per un attimo quando ero di là dal banco. la tensione del prima, la fatica del durante e la stanchezza del dopo. ma anche la soddisfazione a fine giornata. ma penso anche che oggi, finalmente dalla parte di qua, posso assaggiare, degustare e commentare con chi di vino ne ha masticato e "sputato" tanto. e ne ha fatto un lavoro.
si, il vino si sputa. questo lo scrivo per chi non è pratico di degustazioni professionali. alle manifestazioni dove si assaggiano molti vini, alle degustazioni tecniche dove si assaggiano e si valutano alcuni vini, alle degustazioni dei concorsi dove degustatori professionisti valutano e premiano parecchi vini, alle degustazioni dove esperti e giornalisti valutano e "recensiscono" vini e aziende e dove in una mattinata vengono assaggiati settanta-ottanta vini... ovviamente "si sputa"... pena l'ubriacatura o comunque la perdita di lucidità e capacità gustativa...
sono stata bene. ho rivisto facce amiche. ho salutato colleghi di altre delegazioni che non vedevo da tempo. ho rivisto "vignaioli" amici e ne ho conosciuti altri. ho assaggiato (e sputato) parecchi vini. e come al solito mi sono sentita bravina quando ho dato giudizi che coincidevano con quelli di chi è avanti a me anni luce.
veniamo via che mi sembra tardissimo, per l'intensità della giornata. in realtà è solo primo pomeriggio. autostrada, chiacchere, risate, sosta caffè, considerazioni, complimenti, suggerimenti. ho ancora tanto da imparare, dico io, un po' sconsolata. ma sono sulla buona strada, mi dicono. resto perplessa e allora aggiungono che sono già brava...così dicono. e ci voglio credere. continuando a studiare e ad assaggiare.
e a sputare. son soddisfazioni (saranno un po' troppe per oggi?) che danno una impennata alla mia autostima.
casa, doccia, appuntamento per prova di degustazione professionale di alcuni vini tra i quali un chianti, un chianti classico, un pinot nero toscano e alcuni IGT toscani. sarà che nel frattempo ho dovuto risolvere un problema imprevisto. e avevo quindi la testa altrove. sarà che ero stanca. sarà che le degustazioni si fanno la mattina. sarà che non avevo mai fatto una degustazione professionale "di valutazione" (avevo solo assistito a degustazioni di questo tipo come supporto per prendere le bottiglie a batterie di cinque alla volta dal frigorifero e/o dalla cantina e portarle ai degustatori). sarà che non sono poi così brava... ma è stata una tragedia. e la mia autostima ha avuto un calo vertiginoso. sono riuscita a riderci sopra perché l'ironia e l'autoironia sono parte di me. però non ero contenta...
ma mi ripiglio... eh, se mi ripiglio... alla prossima, amici degustatori professionisti che avete così tanta pazienza con me che sono alle prime armi...e grazie davvero. mi avete insegnato già tanto. adesso sta a me. stappare, degustare, sputare, considerare, esprimere giudizi.
imparare.