martedì 30 maggio 2017

IL TUFFO CATARTICO

il mare è sempre stato per me importante, ed il mio rapporto con esso profondo e in qualche maniera misterioso. un legame indissolubile e atavico, ancestrale. mia madre mi ha sempre raccontato che fin da piccolissima ne ero affascinata e mi incantavo ad osservarlo in silenzio. calmo o in tempesta, dalla spiaggia o dal molo, in estate o in inverno. e negli anni è sempre stato così e ancora oggi è così. e tuffarmi mi ha sempre dato un senso di libertà, di riconciliazione con la vita dopo momenti difficili, di rilassamento dopo tensioni accumulate, quasi di purificazione dopo periodi da dimenticare... un senso di catarsi appunto, nel senso filosofico di Pitagora e Platone.
fare il primo tuffo di stagione l'ho sempre considerato un rito di buon auspicio, durante il quale faccio pensieri ben augurali per me e per chi mi vuole bene. così pure l'ultimo, anche se a fine stagione poi   non so mai se sarà veramente l'ultimo, sperando sempre in una clemenza del meteo che sposti a più tardi possibile la possibilità di tuffarsi ancora.
a volte in inverno vorrei poter avere questa opportunità, ne sento forte l'esigenza fisica, che solo il freddo mi blocca dall'assecondare. e mai come quest'anno ho atteso il primo tuffo "catartico"... soprattutto dopo aver vissuto un periodo di forte stress per mille motivi aggravati dalla conoscenza di una brutta persona che ovviamente non ho riconosciuto subito come tale, alla quale ho dato la mia fiducia e che in cambio mi ha tolto molto rubandomi tempo, serenità e soprattutto energia.
e allora domenica scorsa, complice una bellissima giornata di fine maggio, sono andata con il mio scooter verso la mia spiaggia preferita tra Viareggio e Torre del Lago, la mitica Lecciona, con il sorriso sulle labbra e i capelli (quelli che spuntavano dal casco) al vento.
ho parcheggiato e camminato un po' attraverso la pineta, ho attraversato le dune coperte di macchia mediterranea, mi sono inebriata del profumo di camuciolo (elicrisio per i non viareggini)  misto a quello del salmastro, ho guardato  la distesa di fiori gialli (i camucioli-elicrisio, appunto), le apuane in lontananza, il mare, gli ombrelloni colorati, le vele sul mare... e ho goduto della serenità che la vista mi trasmetteva.
ho apprezzato la sabbia sotto i piedi, non più fredda come in inverno, non ancora bollente come in estate. piacevole come velluto tiepido.
sono arrivata alla riva e l'acqua era trasparente. il mare calmo e invitante. l'acqua ancora fredda ma il mio rito mi attendeva ed io attendevo quel momento da tanto, troppo tempo...
ho camminato, grazie ad una secca, per parecchi metri con l'acqua che non andava oltre le mie ginocchia... ho aspettato di trovare  l'acqua abbastanza alta e dopo essermi bagnata un po' mi sono tuffata, ed ho fatto qualche bracciata... mi sono fermata ed il sole sembrava ancora più caldo sulla pelle rinfrescata dalla temperatura dell''acqua ancora primaverile...
e mi sono sentita bene. rigenerata. purificata. rilassata. serena. viva.

sabato 6 maggio 2017

L' ARABA FENICE

mi riconosco nella figura mitologica che rinasce dalle ceneri. più volte sono caduta e mi sono sempre rialzata. anche quando credevo che non ce l'avrei fatta. dopo un paio di incidenti nei quali ho rischiato la vita, dopo momenti di difficoltà economiche, dopo "batoste" sentimentali, dopo delusioni di varia natura, dopo difficoltà grosse di vario genere... e ce la farò anche stavolta che in un mese e mezzo ho avuto un concentrato di condizioni avverse sotto ogni punto di vista. un mese e mezzo nel quale si sono sommate e moltiplicate ed elevate all'ennesima potenza una serie di situazioni brutte e per certi versi irreali che mi hanno dato l'impressione di essere protagonista di una candid camera. ho aspettato inutilmente una voce che mi dicesse che ero su scherzi a parte. ho pensato di vivere un incubo, e quindi ho aspettato inutilmente il suono della sveglia che mi portasse fuori da un brutto sogno. sono arrivata addirittura a credere  di essere pazza, che forse mi immaginavo tutto, che essendo in un momento di stress e di non perfetta forma fisica per il riacutizzarsi della mia malattia forse avevo una visione distorta della realtà... che ero io quella sbagliata che reagiva male e non capiva l'atteggiamento di qualcuno che era entrato nella mia vita sconvolgendola.
invece no. semplicemente la realtà spesso supera la fantasia. i problemi economici e quelli sul lavoro li  affronterò, le intemperanze adolescenziali del figlio pure, la stanchezza anche,  cerco di volermi bene per salvaguardare la salute perchè senza quella non posso affrontare nemmeno tutto quello di cui sopra... ma contro la cattiveria e la follia di alcune persone dalla mente distorta non posso fare niente se non allontanarle definitivamente dalla mia vita e non permettere mai più che ne facciano parte.
sto rinascendo dalle ceneri.
ceneri che sono il risultato di un fuoco che ha bruciato un mese e mezzo della mia vita. lasciando solo cenere, appunto. nient'altro che cenere.
ma non è riuscito a bruciare la mia anima, la mia mente e nemmeno il mio sorriso.