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giovedì 27 luglio 2017

IRREQUIETEZZA...

è un periodo così... che si manifesta in tutto... faccio una cosa e intanto ne penso un'altra, inizio mille cose contemporaneamente e non ne finisco una, mi faccio mentalmente scalette di priorità che stravolgo continuamente, allora me le scrivo promettendomi di rispettarle ma mi scordo di consultarle o comunque sul momento ritengo che una priorità ha più priorità di un'altra priorità e quindi cambio l'ordine pensando che il risultato non cambia... e infatti non cambia... sono sempre in ritardo con tutto...vado un paio d'ore al mare e vorrei essere a casa perchè penso che ho un sacco di cose da fare... resto a casa rinunciando al mare e penso che avrei potuto tranquillamente andare un paio d'ore al mare, anche perchè sono talmente stanca che non riesco poi a combinare più di tanto se resto a casa... e soprattutto se ho meno tempo a disposizione riesco ad ottimizzarlo... se invece so di avere tutto il pomeriggio me la prendo comoda... troppo comoda... e combino molto meno... sono davvero una frana....
ho cambiato nome a questo blog diciotto volte in tre giorni perchè nessuno dei nomi mi sembrava che mi rappresentasse veramente come l'altro, l'originale che per colpa di un folle ho dovuto eliminare... le alternative erano tutte banali, e uno dei difetti che comporta la banalità del titolo di un blog è che nella indicizzazione sparisci nel mare di attività di vario genere che hanno nome uguale o comunque simile... l'altro era composto da tre nomi che insieme erano una combinazione evidentemente rara... e quindi nei motori di ricerca si era piazzato al primo posto (se venivano digitati i tre nomi insieme) e comunque tra i primi posti se venivano digitati due su tre o anche solo uno dei tre nomi e mi piaceva non per megalomania ma perchè era facile arrivarci per caso e quindi potevo contare su lettori casuali che poi, ammesso e non concesso che apprezzassero i miei scritti, potevano tornare a leggermi... e siccome è vero che si scrive per noi stessi ma è anche vero che si scrive perchè qualcuno legga altrimenti si potrebbe scrivere in un diario e tenere tutto in un cassetto, la cosa mi piaceva... ma a parte questo, ripeto, mi sembrava che il nome non mi rappresentasse veramente... ora forse, e sottolineo forse, ci sono arrivata... spero sia il definitivo... ma non ci giurerei... l'irrequietezza di questi giorni è immensa... la stanchezza, lo stress, il caldo, il bisogno di ferie, qualche acciacco fisico, qualche problemino di varia natura, qualche preoccupazione... insomma.... il quotidiano che ognuno di noi più o meno deve vivere e che in certi periodi è più pesante,  per me in questo momento è parecchio pesante e non aiuta... non aiuta per niente...

sabato 11 ottobre 2014

IL TRENO, LO CHAMPAGNE

erano anni, ma mi sembravano secoli, che non prendevo un treno. l'ultima volta era un treno per Parigi. vagone letto. non fa testo. perchè lo presi di sera. euforia da partenza, con famiglia al seguito. e soprattutto con figlio quattrenne... ai primi cenni di stanchezza letto e sonno. disturbato, a intermittenza, non come in un vero letto. ma sonno. e poi il risveglio. praticamente a Parigi. no. non fa testo. un treno regionale (come si chiama ora) praticamente un locale (come si chiamava allora) erano almeno una venticinquina d'anni che non lo prendevo. e l'ho preso due volte in tre giorni, solo andata, per Firenze. nel senso che per il ritorno sapevo di avere un posto in auto con amici che avrei trovato là. martedì a Palazzo Borghese per la giornata dello champagne. giovedì alla Stazione Leopolda per la presentazione della guida dell'Espresso.
martedì non sapevo cosa mi aspettasse sul treno. caos? sporcizia? ritardi? sono arrivata trafelata in stazione, che è vicinissima a casa mia  ma io sono in perenne ritardo. vivo spettinata e in ritardo. da una vita. da sempre. e poi non ho saputo calcolare la distanza e il tempo necessario per percorrere tale distanza a piedi. mentre correvo  nel sottopasso per andare a fare il biglietto hanno annunciato il treno in partenza. puntuale. dietrofront. non potevo rischiare di perdere il treno. mi sarebbe saltato tutto il programma della giornata. speravo di trovare velocemente il capotreno per fare il biglietto a bordo. chè se lo cerchi te paghi solo il biglietto. se ti trova lui paghi anche la multa.
montata sul treno praticamente al volo. e  trovato  il capotreno davanti. gli dico "buongiorno, cercavo proprio lei". e lui mi fa il biglietto. gentile e sorridente. prendo posto. treno pulito e abbastanza comodo. si parte.
guardo fuori il paesaggio che scorre. e penso. a tutto. a niente. ho la testa piena di mille pensieri ma leggera. mi sto regalando una giornata tutta per me dopo un periodo di tempo indefinito ma comunque troppo lungo. e per una delle mie passioni: il vino. passione nella passione: lo champagne.
sul treno mi guardo in giro. persone e personaggi di varia umanità. il tipo in carriera che non vedo ma sento, seduto qualche posto davanti a me.  che parla ininterrottamente al telefono. chiamate ricevute, effettuate. ha parlato con clienti, con superiori, con subordinati, con segretarie e forse anche con un'amico. o un'amica. o un/una collega con il quale però, dal tono, aveva più confidenza. il tutto a voce alta. due palle.
poi c'era la mamma giovane della quale, pure di lei, ho sentito solo la voce. dall'accento napoletano, che dava istruzioni ad una baby sitter, o a un marito lasciato a casa con il bambino piccolo o ad una nonna, su cosa dare da mangiare alla creatura, la quantità  e a che ora. ma lasciare le cose dette prima no eh? anche in questo caso... due palle.
poi i due signori, marito e moglie, dall'aspetto straniero ma italiani anche se parlanti uno strano dialetto del nord,  un po' agè. marito e moglie. lui dice che ha fame. lei gli dice che non è ora di mangiare. lui borbotta rassegnato tra se e se che lei deve sempre decidere tutto, anche a che ora si deve avere fame. allora lei, pure rassegnata, tira fuori un sacchetto e dal sacchetto un piccolo panino imbottito. si sorridono. non mi hanno fatto due palle. tutt'altro. mi hanno fatto  tenerezza.
passa il controllo biglietti. intanto Firenze e la mia giornata di champagne si avvicinano. passata Lucca che una volta non mi piaceva invece ha un suo perchè. passata Pescia che mi riporta ad un sabato mattina di più di 15 anni fa, quando alle 12 il mio travaglio finiva  e mio figlio nasceva. in quella cittadina scelta solo perchè aveva  un ospedale che favoriva il parto naturale e la dimissione precoce. passata Montecatini, che mi riporta invece ad una mia esperienza di teatro amatoriale di quasi 30 anni fa... passata Prato e i suoi cinesi (ma quanti sono?)... finalmente Santa Maria Novella. puntualissimo. Firenze. caffè, passeggiata, panino (solo qualche morso) mangiato senza fame per non andare a degustare a stomaco vuoto. palazzo meraviglioso. champagne. tanta gente. tutti interessati. tutti operatori. molti conoscenti. qualche amico. tanto ben di dio. peccato sputare. ma non puoi deglutire. al terzo assaggio non sentiresti più niente. tra le maison piacevoli sorprese, qualche conferma, alcune delusioni. sento esperti che danno giudizi che coincidono con i miei. e allora mi sento brava.  so di avere ancora molta strada da fare ma capisco di averne fatta parecchia.
ad un certo punto penso che la giornata sia finita...  ed è anche giusto che sia così anche se è ancora primo pomeriggio... invece mi aspettava ancora una piacevole passeggiata per Firenze (sempre meravigliosa) in ottima compagnia, un rientro verso casa ridanciano e un pit stop per la cena a Lucca in un locale slowfood dove incontro per caso anche altri amici. arrivo a casa stanchissima. ma con un senso di serena leggerezza.

martedì 19 maggio 2009

VENERDI' SI, MA MICA 17!

L'altro giorno avevo iniziato la giornata con un leggero mal di testa e un senso di nausea...forse la sera prima alla cena organizzata da una corsista "sommelier" a cui ero stata invitata insieme ad altri sommelier e corsisti avevamo esagerato con "gli assaggi e gli abbinamenti cibo-vino" o magari non avevo digerito qualcosa , o ancora la mezzora d'auto su una strada piena di curve per rientrare a casa mi aveva un po' "scombussolato" ma vabbe'...vado come al solito a casa del diavolo, che da quando è finalmente arrivata la primavera ha assunto un aspetto decisamente più accogliente...me ne sto quelle 6 intermibnabili ore in officina, un po' da sola a parlare con i macchinari di cui faccio manutenzione, un po' con i ragazzi che ormai non hanno più voglia e fanno come gli pare...aumenta il mal di testa e la voglia di finire la giornata, la settimana...ma anche il mese e poi l'anno scolastico e poi il contratto...ma vabbe'...La mattinata è allietata da qualche scambio di messaggi con amici, qualche telefonata piacevole...Finalmente le 14, finalmente verso casa, finalmente a casa....sono contenta che mio figlio abbia l'allenamento in piscina e che ce lo debba portare io , così mentre lo guardo allenarsi mi riposo e mi rilasso....mi accorgo che domenica mi scade l'assicurazione della macchina (ed è Venerdì) e siccome è di quelle "on line" il modo più semplice per rinnovarla è pagare il premio tramite bollettino postale prestampato entro la data di scadenza. Bene..."Lorenzo dai, usciamo mezz'ora prima che passiamo dalla posta prima di andare in piscina"...Posta, quella centrale, l'unica aperta a quell'ora, fila interminabile, numerino automatico che decide l'ordine dei clienti e sostituisce il vecchio "avanti il prossimo" io ho un numero preceduto dalla lettera C...quelli dedicati ai pagamenti di bollettini...ovviamente sul display compare tutto l'alfabeto meno che la C...Dopo mezz'ora arriva finalemente il mio turno...il vuoto...devo pagare con il bancomat ma non sono sicura di ricordare il pin giusto...provo, niente...riprovo, ancora niente...allora la signora mi dice di non provare più perchè se non è corretto mi blocca la carta...mi propone di tornare, mi tiene il pagamento in sospeso....corro a portare Lorenzo in piscina, torno indietro, cerco di recuperare mentalmente il pin per andare a fare il prelievo al bancomat, niente...allora penso che non posso rischiare che lo sportello si "ingolli" la mia carta...decido di andare a casa (5 km dalla piscina che si trova in Darsuna zona della città dove ci sono tutti i cantieri navali...e siamo nell'orario di uscita degli operai...) arrivo a casa, guardo il pin appuntato in un "posto segreto" (e meno male che mi ricordavo il "posto segreto") rimonto in macchina e vado alla posta (in centro, ovviamente, e con una serie di strade chiuse al traffico per gli ennesimi lavori...la mia città è peggio di Pompei...scavi continuamente e quindi giri pesca allucinanti)...la signora mi riconosce e mi fa passare (menomale) ma quando tiro fuori il bancomat mi dice che no, ormai lei ha chiuso il pagamento come se avessi già dato i soldi...e quindi posso pagare solo in contanti...sono sgomenta, lei mi dice di prelevare al bancomat della posta...ci provo...non mi accetta la carta...al secondo tentativo fallito ci rinuncio e vado alla mia banca, non distante ma in una strada che da "Corso Garibaldi" (si chiama proprio così) si è trasformata, per mano di un "genio" dell'urbanistica, in "vicolo stretto" e per di più a senso unico...quindi altro giro pesca...finalmente la banca, lo sportello bancomat, il pin giusto...chiedo 800 euro...il display mi informa che il prelievo massimo giornaliero è di 500 euro....mavaffanculo....prendo i 500 euro, torno alla posta, entro trafelata e distrutta e la signora mi sorride gentile chiedendo se ho sistemato tutto...le dico che sono praticamente al punto di partenza e che mi deve annullare l'operazione perchè non posso pagare la cifra. in contanti...700 euro, ne ho solo 500 (più una quarantina che avevo) allora annulla il tutto e mi dice "ok, pagherà lunedì"..."no...devo pagare adesso...lunedì la polizza sarà già scaduta..." le dico implorando pietà...allora una collega le suggerisce come fare per ingannare il computer...finto bollettino, pagamento con bancomat, annullamento del bollettino...così io ho pagato e l'operazione precedente risulta pagata...insomma, non lo so...so che sono a posto, esco, corro in piscina...entro mentre Lorenzo fa l'ultima vasca di allenamento...non mi siedo nemmeno, lo vedo uscire, è contento, gli piace quando lo guardo nuotare, forse pensa che ho assistito a quasi tutto l'allenamento...vado fuori ad aspettarlo, quando esce dagli spogliatoi gli dico dei giri che ho dovuto fare...mi sorride e mi abbraccia dicendo "mi dispiace" e io mi sciolgo....Penso a che giorno è...non è Venerdì 17...nemmeno 13...venerdì si, ma un banale venerdì 8...eppure non è andato niente nel verso giusto...mi addormento presto, nel lettone con il mio piccolo uomo che mi abbraccia...ecco...chi l'ha detto che niente va bene? sono una donna fortunata...sempre di corsa ma fortunata...con i capelli e i pensieri spettinati ma fortunata...con la testa "sparpagliata" ma fortunata...