giovedì 30 ottobre 2014

PENSIERI SULLA A12

qualche sera fa sono andata a Chiavari, invitata alla cena della consegna degli attestati di fine 1° livello del corso per sommelier di cui sono stata direttore di corso prima dell'estate. ci sono andata volentieri malgrado fossi stanca per essermi svegliata alle 6 e aver lavorato la mattina a scuola e il pomeriggio a casa. malgrado fosse una sera infrasettimanale e quindi  la mattina dopo dovessi di nuovo alzarmi alle 6 come ogni mattina. malgrado il forte mal di schiena che da giorni è tornato a farmi compagnia.
appena imboccata l'autostrada ho cominciato a pensare. tanto. forse troppo. ho persino deciso di non ascoltare musica mettendo un cd ma di ascoltare un programma radio e il notiziario. pensando di poter fermare i pensieri concentrandomi sulle parole dei conduttori. ma dopo poco mi sono accorta di non seguire i discorsi. mi sono accorta di non aver ascoltato nemmeno una notizia.
il cielo era bellissimo. sereno. stellato nonostante l'inquinamento luminoso. con uno spicchio di luna che somigliava all'immagine qui a fianco. solo che quello qui a fianco è il sole durante una eclissi. mentre quella era la luna. ma sto divagando. ecco, i miei pensieri l'altra sera facevano uguale... divagavano. facevo dei voli pindarici incredibili. da un pensiero all'altro senza collegamento. apparentemente. ma sicuramente nella mia mente un collegamento c'era. anche se bizzarro. e quando non c'era... forse c'era ma era inconscio.
il cielo stellato mi ha fatto pensare  a quando navigavo, e allora ho pensato a un mio lontano amore conosciuto proprio in quel periodo durante una sosta un po' più lunga in un porto. una storia importante durata  abbastanza a lungo per essere una storia iniziata per caso. l'unico colpo di fulmine della mia vita. uno dei pochissimi amori della mia vita.
l'autostrada che stavo percorrendo mi ha ricordato quando per lavoro sono stata due mesi  a Genova e tornavo a casa solo per il fine settimana e il pensiero di Genova mi ha riportato alla mente persone conosciute durante i miei 15 anni di lavoro nel mondo della nautica e quindi i miei 15 Saloni di Genova. ma mi ha riportato indietro anche di pochi mesi, quando per l'incarico che avevo avuto sono andata a Chiavari per una volta a settimana per due mesi. ho pensato che era fine primavera- inizio estate e le giornate stavano allungando, e io stavo bene. mentre adesso stanno accorciando, e io sto bene lo stesso. ho pensato che avevo già mal di schiena ma ancora non avevo avuto attacchi di lombalgia acuti e violenti. e che ancora non avevo fatto la risonanza magnetica e non avevo chiesto il consulto di un neurochirurgo. e non sapevo di avere due protrusioni. nome brutto che indica l'anticamera dell'ernia. nemmeno sapevo che a settembre avrei ottenuto il mio tanto atteso trasferimento in una scuola  di Viareggio. e che quindi sarebbe finita la mia vita da pendolare. dopo sei anni. e ancora non sapevo che l'estate sarebbe stata bizzarra dal punto di vista meteorologico. e nemmeno che sarei riuscita ad andare tre giorni in Franciacorta. e nemmeno immaginavo che avrei conosciuto chi poi ho conosciuto durante l'estate. e ho ricordato che ancora pensavo di essere innamorata. e forse lo ero. e che ancora pensavo che il mio rapporto, se pure traballante e in crisi da tanto, troppo tempo, forse era ancora recuperabile. e che forse non sarebbe mai finito. non ricordavo, in quel momento,  che invece tutto ha una fine (meno i würst che ne hanno due, come dicono i tedeschi) e che io l'ho sempre pensato. volevo credere ad una eccezione. senza non voler vedere che l'unica cosa che non aveva fine in quella storia era la reciproca sofferenza da quando qualcosa si era definitivamente rotto. e che non sapevo nemmeno esattamente cosa, si fosse rotto. e nemmeno esattamente quando. ma si era rotto. e che era già finito da tempo. quello che avevo creduto, ormai quasi cinque anni prima, essere "per sempre".... in realtà aveva una scadenza.  come lo yogurt. con la differenza che la data non è indicata da alcuna parte. in una cosa che in vita mia non avevo mai creduto essere possibile... per un periodo ci avevo creduto. e mi ero sbagliata.
in mezzo a pensieri spettinati come i miei capelli, aggrovigliati come i miei capelli... ma anche morbidi come i miei capelli... sono arrivata a Chiavari.
uscita autostrada, ristorante. ottima cena, e tante soddisfazioni. buoni vini, e alcune  gratificazioni. persone piacevoli. alcune molto simpatiche. peccato che anche se non siamo lontanissimi non siamo  nemmeno vicini vicini. perché alcune di quelle persone le frequenterei volentieri.
di nuovo in auto. di nuovo autostrada. di nuovo pensieri. tanti. forse troppi. ho faticato a tenerli fermi. cercavo di fissarli come fissavo la linea di mezzeria.
facevo il conto alla rovescia dei chilometri che mi separavano dal mio letto. e dei sogni ad occhi aperti che mi separano  dalla mia serenità. fine viaggio. uscita viareggio. pedaggio.  casa. letto. sonno. e ancora sogni. vita.



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