Mia nonna non sopportava i tedeschi. Non sopportava sentirli parlare. Non sopportava i film di guerra dove si sentiva qualche parola tedesca parlata dai soldati. Lei aveva vissuto la guerra. Lei sapeva cosa era la guerra. Era una bambina durante la prima guerra mondiale, era una giovane donna con due bambini piccoli durante la seconda. Aveva conosciuto i soldati tedeschi e la paura. Una volta un gruppo di soldati l'aveva minacciata, e le aveva portato via per qualche ora mio zio. Il suo bambino più grande. Così, per farle uno scherzo. Perchè facevano anche questo. Un diversivo come un altro. Per loro. Non per mia nonna che temette il peggio. L'avevano minacciata di portare il bambino in un campo di concentramento se non avesse dato loro qualcosa da mangiare. E ridendo avevano preso il bimbo. Anche loro avevano fame, forse. Lassù per i boschi di castagni della montagna pistoiese. Mia nonna aveva portato loro qualche patata e un po' di farina di castagne. Cose preziose in quei momenti. Ma dette a loro tutto quello che poteva. Pur sapendo che così lei e i suoi figli sarebbero rimasti giorni senza mangiare. Magari i soldati non ne avevano davvero bisogno. O forse si. Magari loro stavano solo "giocando". Mia nonna no. E ancora dopo anni sentiva il suono di quelle parole in un italiano storpiato con spiccato accento tedesco...e quando raccontava ne imitava il suono. Mia nonna non fu felice quando mi fidanzai con un ragazzo tedesco. Ma era una donna intelligente e capiva che come noi italiani non siamo tutti mafiosi, i tedeschi di allora non erano tutti cattivi. Molti soldati erano poveri giovani costretti a fare cose che non avrebbero voluto fare. Mia nonna però raccontò l'episodio anche a Wolfgang, a voce alta. Come se il tono alto della voce potesse quello che la non conoscenza della lingua non poteva. Wolfgang non capiva l'italiano, se non qualche parola. Mia nonna non parlava il tedesco. E nemmeno avrebbe voluto impararlo. A mia nonna non piacevano i tedeschi. E continuavano a non piacerle. Anche se disse a Wolfgang di chiamarla nonna. A mia nonna, anticlericale, piaceva Papa Wojtyla. A mia nonna, sono sicura, non sarebbe piaciuto Papa Ratzinger. E non solo perchè era tedesco.
Non so cosa mi ha ispirato a scrivere queste cose...forse il fatto che in questi giorni mia nonna avrebbe compiuto 100 anni...forse perchè oggi è il giorno della memoria e basterebbe guardare gli occhi umidi di chi ha vissuto certe atrocità per non dimenticare...forse perchè papa Ratzinger non piace nemmeno a me e quando fa e dice certe cazzate piace ancora meno...
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Mia nonna era uguale alla tua, anche a lei i tedeschi non piacevano per niente e detestava la loro lingua. lei diceva che anche quando parlavano normalmente, sembravano cattivi, e le ricordavano troppe cose brutte. Mio nonno nei campi di concentramento ci finì, in Polonia, e da quando tornò non ne ha mai voluto parlare, non parlarne per lui era un modo forse per cercare di far finta di non aver vissuto quei momenti. Un suo zio è stato fucilato dai fascisti perchè lui, la camicia nera proprio non se la voleva mettere....erano tempi duri, dove non esisteva la liberà sia fisica sia mentale. Mia nonna mi raccontava spesso della guerra e cercava di cogliere i lati comici della situazione, ed era veramente brava a farlo,mi faceva ridere e piengere insieme, e lei lo faceva con noi...e poi finiva sempre con : dove non sono riusciti ad uccidere veramente, hanno ammazzato dentro, non li perdonerò mai.
RispondiEliminaHo visto negli occhi la sua sofferenza, quella di mio nonno, di mia madre e mio padre che erano piccoli ma non troppo per non ricordare.
E non posso permettermi di dimenticare.
Rosy
Un saluto frettoloso da una libellula che comunque ti segue in altro luogo...azzurro come il mare...
RispondiEliminaSpero di riuscire a lasciare questo commento, perchè altre volte ho provato senza successo...
Un abbraccio a presto